La
media percentuale nel settentrione osliaal fra
estremi notevolissimi secondo la filosofia demografica
delle varie zone. In Basilicata — caratteristica
fra le regioni del mezzodì — la percentuale delle aule disadatte
su quelle esistenti è del 99 %; nel Lazio e nelle provincie
di Foggia e di Aquila del 71 %; nella provincia di Reggio Calabria
del 68 %; in quelle di Caserta e di Lucca è rispettivamente
del 67 e del 62 %. a Nelle aule disadatte
— come dice la relazione dalla quale stralciamo questi dati — sono
comprese tutte quelle mediocri, cattive o pessime, trattandosi per lo più di stabili
disadatti o di locali d'affitto di capacità limitata rispetto alla scolaresca, mal costruiti,
male ubicati. Le aule disadatte, pertanto, rappresentano, come quelle mancanti, un'impellente necessità di
nuove costruzioni ».
Le scuole come sono
La verità di questa osservazione ufficiale
ci è balzata innanzi agli occhi, scorrendo le pagine di una recente
inchiesta compiuta per accertare le condizioni delle scuole in Calabria.
SCUOLA DI S. ANTONIO, FRAZ. DI TEGLIO (PROV. SONDRIO).
L'esterno
non ha bisogno di commenti. L' interno è costituito
da « un locale in condizioni misere: luce
scarsa data da due piccole finestre della parete
di ponente.
Sopra la scuola un fienile; sotto, una stalla.
L'arredamento è in
condizioni pietose: i banchi sono a quattro posti.
Eppure lavoriamo con fede, nell'attesa di un valido
aiuto per la nostra scuola povera >. (dalla
lett. della maestra)
SCUOLA DI DI MONTEVITOZZO (GROSSETO)
Allinterno dell'aula, perfettamente armonizzante
con l'esterno, è in uno stato deplorevole.
In questa regione la
maggior parte delle « aule » è costituita
da baracche sconnesse e traballanti, esposte alla
furia della canicola e delle intemperie. Furono
costruite per sopperire alle più urgenti
necessità dopo
il terremoto, e la scuola, scacciata da ogni parte,
vi ha trovato il suo umile e pietoso rifugio. Soprattutto
pietoso, chè la fatica della permanenza
e le stentate gioie dell'apprendere non si dissociano
mai dal pensiero del tragico destino che grava
come
una minaccia su quella terra devastata.
E il caso
della Calabria come il caso della Basilicata non
sono che termini di un unico assioma: gran parte
dell' Italia, nel Sud, nel Nord, nel centro è affratellata
dall'identico bisogno di scuole che possano con
dignità portare
questo nome.
SCUOLA
DEL CASONE (PROV. DI GROSSETO).
È visibile nella fotografia l'unica finestra dalla quale l'aula è insufficientemente
rischiarata.
INGRESSO
ALLO SCUOLA DI VARSAIA (PROV. DI PAVIA)
In quelle esistenti,
purtroppo, i maestri perdono a poco a poco
tutto l'entusiasmo che li animava
quando la realtà non li aveva ancora bruscamente disillusi;
i fanciulli contraggono un male terribile: il disamore allo studio,
alla regola, all'ordine. È sulla
base di queste considerazioni —e di altre non meno evidenti
quali l'utilità per
i genitori di trattenere con sè i piccoli nei lavori
campestri — che si spiega come il disamore verso la scuola
degeneri sovente in vera
e propria diserzione. In Piemonte, a es. (dati del 1921-22),
la scuola è disertata
dal 27 % degli obbligati; in Liguria, dal 29 %; nel Lazio,
dal 40 %; in Basilicata, dal 46 %; nella Campania, dal 52
%; nella Sicilia, dal 53 %;
nella Calabria, dal 68 %.
Dal 1921-'22 al 1924-'21 la situazione
in questa regione non è migliorata. I non iscritti
che prima erano 32 su 100 ora
sono 40. In parecchi paesi la percentuale degli iscritti
(parliamo di iscritti e non di frequentanti) non supera il
3o %. A S.
Angelo le Fratte,
nel 1924-'25
si iscrisse solo il 21 % degli obbligati; a Francavilla sul
Sinni, il 25 %; a Chiaromonte il 29 %. La frequenza effettiva
si mantenne
al disotto
di queste cifre.
SCUOLA DI ELMO PIANACCE (PROVA DI GROSSETO).
Cifre, purtroppo, che non han bisogno di commenti
e che ci forniscono la chiave per la lettura degli indici dell'analfabetismo. Così ci spiegheremo perchè solo
il 3o % dei calabresi, il 35 % dei basilicatesi,
il 39 % dei pugliesi e dei molisani conoscano il valore
dell'alfabeto.
Le scuole come
dovrebbero essere
Pare di sognare
quando, al cospetto di una di
queste tane-scuola, si pensa
alla maniera
con
cui gli edifici scolastici dovrebbero essere
costruiti, al comfort minimo di cui ogni aula dovrebbe disporre. Tutto
il complesso delle norme sancite in proposito è contenuto nel regolamento
per l'applicazione del R. D. 31 dic. 1923. E' questo R. D. il più recente
e forse il più razionale provvedimento emanato in materia: più razionale,
soprattutto, perchè i contributi stanziati nel bilancio della
P. I., a qualsiasi titolo, in vantaggio dell'edilizia scolastica, saranno
annualmente distribuiti tenendo conto dell'indice di analfabetismo
invece
che del semplice rapporto quantitativo con la popolazione.
SCUOLA
DI PIETRACAMELA (TERAMO).
Il paese sorge alle falde del Gran
Sasso d'Italia, a 1006
metri d'altezza.
SCUOLA
DI S. QUIRICO DI SORANO (PROV. DI GROSSETO).
E' un'angusta aula
che fino a pochi anni fa serviva da magazzino.
Riceve
pochissima luce da una piccola
finestra. È umidissima e malsana
anche a causa delle esalazioni di una cloaca che rasenta il muro
posteriore e di un sottostante
lavatoio pubblico.
I 16/2o dei contributi
saranno infatti erogati in varia misura a favore
dei Comuni ad alto analfabetismo (oltre il 4o %);
gli altri
4/2o saranno destinati a favore dei Comuni a medio
e scarso analfabetismo e ad edilizia scolastica
incompleta o sufficiente. Per ciascuna categoria,
poi, la precedenza
sarà data alla costruzione di edifici scolastici
rurali. Perchè i benefici che l'applicazione di
questa legge lascia intravedere non vadano dispersi, è necessario
che i Comuni si affrettino a valersene. Secondo l'art.
6 della legge in parola, i Comuni che intendono ottenere
dallo Stato il concorso nel pagamento degli interessi
sui mutui contratti, debbono trasmettere al Ministero
della P. I., pel tramite del R. Provveditorato agli Studi,
la domanda corredata da una copia del contratto di mutuo
stipulato con 1' istituto mutuante e da una copia del
verbale di deliberazione dell'amministrazione comunale.
Oltre a ciò i Comuni tengano presente l'opportunità di
sollecitare la concessione dei sussidi che lo Stato s'impegna
di versarenella misura della metà della spesa
sostenuta per la costruzione degli edifici scolastici
entro il limite massimo di L. 50.000. Secondo le norme
stabilite recentemente gli edifici scolastici dovrebbero
comprendere un numero di aule adeguato all'affluenza
degli scolari. La destinazione e le dimensioni di ciascuna
di esse sono indicate nello schizzo di pagina 1099.
A ogni modo ogni aula non dovrebbe contenere più di
6o alunni, offrendo a ciascuno di essi il godimento di
almeno un metro quadrato di spazio. Le finestre, ampie
e numerose, occupanti una superficie di un quinto o un
sesto di quella del pavimento, dovrebbero essere disposte
in modo che gli alunni possano ricevere la luce dal lato
sinistro. Nè dovrebbe mancare a ogni edificio
che sorge in paesi che non dispongono di alberghi
o di sufficienti abitazioni civili, una stanza per
il
maestro.
Per le latrine, la necessaria provvista di acqua,
per i banchi — veri strumenti di tortura in gran
parte
delle nostre scuole —e per lo stesso arredamento
delle aule,
sono prescritte particolari avvedutezze.
L'EDILIZIA
SCOLASTICA RURALE
SCUOLA DI BERNATE
(PROV. DI MILANO)
Sorta quasi esclusivamente per iniziativa di pochi volenterosi
SCUOLA COMUNALE DI BUCINATE
(PROV. DI AREZZO)
Ecco un edificio scolastico che - pur nella
sua austera semplicità -
ha qualcosa di fresco e di maestoso. Lo sguardo e lo spirito attingono
serenità e
calma.
L' attività privata.
Ora una delle
ragioni delle penose condizioni dell'edilizia scolastica è per
certo da ricercarsi nel poco interesse che il nostro popolo ha dedicato
alla
scuola. Numerosi altri
valori sociali, forse in ragione della loro convenienza economica, hanno
avuto piena attuazione in Italia. Abbiamo visto coi nostri stessi occhi,
in paesini
montani e in modesti lembi di spiaggia, sorgere alberghi sontuosi, clubs
di divertimento. E ce ne siamo, del resto, compiaciuti vivamente, convinti
come
siamo della notevole importanza economica e sociale di alcune forme d'industria
rivolte allo sfruttamento delle nostre bellezze naturali. Ma abbiamo
cercato la scuola: ci hanno additata una porticina seminascosta sotto
un portico,
dai gradini consunti, senza una finestra, con un'insegna rósa
dall'umidità e
dai tarli, a volte fregiata di orribili imprecisioni ortografiche. E
abbiamo pensato, col cuore stretto dall'angoscia, alle generazioni che
son passate
in quello stambugio, per uscirne con l'animo che non ha mai provato la
serena gioia dell'apprendere! Eppure questa magnifica infanzia che sembra
germogliare
dal suolo stesso della nostra Patria, non è forse la più preziosa
ricchezza da tutelare, l'elemento essenziale della nostra grandezza?
Per suscitare questa precisa esigenza eper far sì che le provvidenze
legislative, integrate dalla più vasta attività privata,
possano produrre tutti i loro effetti, sono sorti in Italia tre Enti
che meritano di essere
—sia pure con brevi parole — additati alla considerazione dei lettori.« L'Associazione
Nazionale per gl'interessi del Mezzogiorno d'Italia » con sede
a Roma (Montegiordano, 36, Palazzo Taverna) nei pochi anni dalla sua
costituzione
ha largamente operato, con energia ed amore, per la resurrezione delle
regioni
meridionali, ponendo all'apice del suo programma l'istruzione primaria
e popolare.
Alcune nostre piccole belle scuole: casette fra
il verde, sorelle delle case abitate
dagli scolari; ma sorelle maggiori e esemplari. In alto: La scuola di Botte
(Tivoli) : Una lezione di agraria. - Nel centro, a sinistra: Il padiglione scuola al Quarto miglio sulla via Appia Nuova (Lazio). A destra Visani: Edificio scolastico costruito
a Porto S. Venere (Comune di Monteleone di
Calabria) Edifici dello stesso tipo furono
costruiti a Longobardi (Monteleone), Cerraniti
(prov. di Catanzara), ed in qualche
altro paese della prov. di Catanzaro e Reggio.
In basso: La scuola di Colle di Fuori
(villaggio di capanne), comune du Rocca Priora.
Il a Gruppo d'Azione per le scuole del popolo » con
sede a Milano (Corso Roma) è stato per certo
il primo a formulare il problema della scuola rurale
nei termini di urgente e grave problema nazionale.
E' interesse della Patria e della stessa nostra
civiltà !
Ed è incominciata la lotta minuta, arida,
a volte anche sconfortante, ma strenua sempre e
vittoriosa talvolta. Circa un ventennio di attività operosa
e costante vanta infine l'Associazione a Per la
Scuola » (Milano,
via Rossari, 2). Tutti i problemi che si riferiscono
all'elevamento morale e materiale della scuola
nei riguardi delle autorità, delle famiglie,
degli insegnanti, hanno trovato, nel Consiglio
direttivo
dell'Associazione, tempre di uomini votati allo
studio e all'azione.
Sui campi ove ha imperversato la guerra risorge, negli
abitanti, più forte il bisogno di ricostruire, fin dalle
fondamenta, la propria vita. Ecco tre scuole della provincia
di Udine (1, Scuola mista di Rubignacco; 2, Scuola mista di
Rualis;
3, Scuola mista di Carraria);
tre piccoli edifici pieni d'aria
e di luce.
EDIFICIO SCOLASTICO
DI OSPEDALETTI LIGURE.
Questa minuscola cittadina
posta in una zona in cui l'industria del
forestiero
ha il suo
più ampio sviluppo, ha intuito l'opportunità di
adeguare il proprio edificio scolastico
alla bellezza della natura circostante,
sì che
non ne derivasse alcuna nota discordante.
Nulla han trascurato o trascurano questi Enti, accanto
ai quali va ricordato il Comitato delle scuole per
i contadini dell'Agro Romano e Paludi e Pontine ed
altre benemerite istituzioni locali
— per la realizzazione del loro
programma
: han compiuto inchieste nei piccoli Comuni e nelle
frazioni, han promosso sottoscrizioni, han suscitato
l'interessamento delle autorità innanzi
ai casi più bisognosi di soccorso, han distribuito
libri, materiale per museo, quaderni, cartelloni.
Non hanno mai deposto le armi e non le depongono
finchè c'è una piaga da ricercare
e da sanare. Ma la loro opera più feconda
di bene, è per certo quella che meno traspare
dal bilancio della loro attività concreta:
essi han dato impulso a singole attività private,
al cui sviluppo han creato le condizioni spirituali
più adeguate.
I risultati raggiunti in questo
senso non lasciano disperare per l'avvenire. Bisogna
perseverare per questa via ch'è lunga, ma
conduce a una meta sicura. L'economia dello scritto
non mi consente di indugiarmi a far rilevare, a
traverso esempi che riuscirebbero quanto mai eloquenti,
le
possibilità realizzatrici di un'attività spiegata
nel senso e nelle forme accennate innanzi.
In questi
ultimi anni per opera appunto dei Gruppi d'azione
per le scuole del popolo e degl'incitamenti dell'Associazione
per il Mezzogiorno, alcuni episodi pieni di significato
e di luce, hanno affiorato sulla monotonia della
cronaca quotidiana. In un cantuccio remoto della
Calabria, a Pentedattilo, è sorta una scuola
con una rapidità così insolita in
opere di tal genere, che i piccoli frequentatori,
varcandone
la soglia, han dovuto attribuire il merito di sì impensato
miracolo, all'intervento di una fata conosciuta
nella più bella fiaba a essi narrata.
Come
le cose siano andate in realtà, i lettori
di questa Rivista sanno, ormai. Ne ha loro parlato
in un brillante
articolo il prof. G. Isnardi, instancabile organizzatore
di opere in seno all'Associazione per il Mezzogiorno.
S. Angelo di Cetraro (Cosenza), per l'intervento
della Società « Pro Cultura s di Torino,
il cui interessamento fu sollecitato dal maestro
del Comune, ha la sua scuola. Altre scuole sono
sorte in onore dei caduti della grande guerra a
Castiglione
Chiavarese, a La Capraia, a Gignese: testimonianze
di fede, promesse di luce, manifestazioni di solidarietà e
di bellezza.
A Nobiallo Loveno si è potuto
avere alfine la scuola per il deciso volere del
prete del paese, gran mutilato di guerra; ad Arolo
(Lago Maggiore) per volontà di popolo; a Cavassagra
(Treviso) e Turrita di Monte Falco (Perugia) pe
rbeneficenza; a Cascina Scovola di Leno (Brescia)
a spese dei fratelli Giuli, proprietari del luogo.
A Maggianico (Como) è sorto da poco un ampio edificio
scolastico su una vastissima zona di terreno munificamente
donata dal sig. Giovanni Erba.
E' così potremmo addurre nemerosi altri esempi.
Altrove si lotta tuttavia per raccogliere fondi.
richieste di aiuto giungono da Casa del conte,
S. Bras, Santa Giusta. A Luzzi (Cosenza) il maestro
- valoroso ex combattente e mutilato- ha raccolto
circa 30.000 lire; ha ottenuto la promessa
di giornate di lavoro dai suoi concittadini.
Nulla può avere dal Comune. I lavori
sono iniziati, ma per portare le cose a compimento
occorrono altre 40-50 mila lire.
Progetto di scuola a una sola aula, per 40 alunni,
compilato per conto dell'Associazione Nazionale per
gl'interessi del Mezzogiorno. Ha il grande vantaggio
di una tettoia che può servire per la ricreazione
dci bambini o per lezioni all'aperto. I due
vani accessori potranno eventualmente adibirsi ad
alloggio dell'insegnante. Da calcoli compiuti,
si
prevede che la spesa possa variare dalle 45.000 alle
6o.000 lire.
Verso la soluzione.
« Quando s'entra in un
paese, come si riconosce subito quale è la
chiesa, così si dovrebbe riconoscere quale è la
scuola ». Non vorremo anche noi adoperarci
affinchè il monito del Pascoli si tramuti
a poco a poco in magnifica realtà?
L'opera
del legislatore, per produrre tutti gli
effetti, anche morali e sociali, che si
propone, dev'essere
confortata dall'adesione e dalla partecipazione
di tutto il popolo. Questa adesione, questo
indispensabile interessamento, occorre
suscitare in ognuno,
se si vuole che la grave questione dell'edilizia
scolastica sia risolta.
Siamo certi che il nostro
appello, che racchiude migliaia di voci
imploranti soccorso, troverà immediate risonanze nella
vastaschiera dei lettori di questa Rivista, per
i quali esso sarà come l'eco di sentimenti
già sorti
nell'intimo della propria coscienza.
Chi ha il
vantaggio di occupare cariche pubbliche,
agiti la questione
nel seno stesso dell'amministrazione, prospettando,
nelle forme più opportune, la necessità di
un sollecito intervento. Chi fa parte di società di
mutuo soccorso, di istituti di beneficenza, e anche
di semplici circoli di ritrovo e divertimento,
porti la sua voce nel proprio sodalizio e ne richieda
l'interessamento.
Tutti poi cerchino di coordinare le singole iniziative
private, di suscitarle ove esse non sorgano spontaneamente,
di far propaganda con sistemi adeguati ai singoli
centri, non mancando di mettersi in relazione con
gli Enti ai quali abbiamo accennato, che potranno
fornir loro tutti i dati tecnici necessari al miglioramento
della scuola. Il problema della scuola è problema
di solidarietà nazionale e deve essere affrontato
e risolto da noi stessi, se è vero che al
nostro popolo non mancò mai, nei momenti
più gravi,
nelle situazioni più ardue, il concorde
impulso verso la meta comune.
ALBERTO LATRONICO.