Nel 1239,
in esecuzione del mandato di Federico II imperatore, emesso
a Pisa il dicembre 25 e destinato a Boamondo Pissono, giustiziere
di Abruzzo, relativo alla custodia e all’assistenza
da prestarsi ai prigionieri lombardi trasferiti nel regno
di Sicilia, ai signori di "Podio de Ymbreccle" è affidato
Englito Di Croce.
Nel 1273, Carlo I d’Angiò re,
ad Alife l’ottobre 5, ordina al giustiziere di Abruzzo
Ultra di comunicare l’ammontare della tassa generale
annua delle terre di sua giurisdizione,
tra le quali è "Podium
de Umbreo".
Nel 1279, in ottemperanza all’ordine di Carlo I d’Angiò re
del gennaio 4, con cui viene disposta nel regno la registrazione dei nomi
dei titolari dei feudi e della consistenza dei beni feudali, a Penne il
maggio
15, Riccardo e Andrea di Poggio "Umbreco" dichiarano
il possesso di metà di Altavilla. Nel registro di revisione dei
feudi di nuova acquisizione e non, redatto nel 1316, Iacopo di "Poggio
Umbricchio" figura quale possessore della terza parte di P.U.,
la sesta parte della quale è in possesso di Matteo di Leognano. Dal
catalogo degli enti ecclesiastici della diocesi aprutina, redatto nel 1324,
risulta che la pieve "Podii Unbriculis" comprende 6 chiese, per le
quali il pievano versa, presso S. Flaviano il gennaio 20, a titolo di decima,
12 tarì. Nel 1326, il novembre 17, i chierici di essa versano lo
stesso importo.
Nel 1337, Francesca di "Podio",
vedova di Matteo di Leognano, vende a matteuccio di Acquaviva
e ai fratelli Riccardo, Berardo e Guglielmo di Malignano
la terza parte di P.U.
Nel 1437, Giovanni Filippo di Poggio Ramonte e il fratello Giovan
Pietro sono signori di P.U.
Nel 1447, "Podium Rimbrochi" conta 16 fuochi.
Nel 1465, Ciantò o
Francesco Antonio di Poggio Ramonte dichiara di tenere in
feudo, insieme con i cugini Giacomo Antonio e Francesco di
Angeluccio, il castello "Podii Moreschi".
Specifica che il rendimento di esso è di 2 ducati,
2 tarì e 1 grano, di 2 tomoli di grano per un valore
di 2 ducati, di 15 barili di vino per un valore di 1 ducato
e 4 tarì, di 3 spatole di carni salate pari a 2 tarì e
7 grana; e che i beni feudali esistenti nel castello rendono
18 tomoli di grano per 6 ducati, 2 tarì e 8 grana
e in vino 2 ducati e 2 tarì.
Tra il 1468 e il 1469 gli uomini di "Poyo Ombrecchio" versano
per il mezzo tomolo di sale dell’ottobre, per la tassa generale e per
il tomolo straordinario di sale del giugno 28 ducati, 4 tarì e 12 grana.
Nel 1507, Franceschina o Faustina di Ciantò, figlia di Berardino,
porta in dote la terra di P.U. a Angelo di Castiglione di Penne, ai discendenti
del quale rimane con titolo di baroni fino al 1710, allorché Giovanni
Battista Castiglione, il settembre 11, assume il titolo di marchese di P.U.
Dal censuale del 1526, fatto redigere dal vescovo F. Cherigatto,
risulta che il pievano e i chierici della pieve di "Podio Umbricoli",
che comprende 8 chiese, tra le quali la parrocchiale di S. Maria di "Plebe",
devono, rispettivamente, 4 lire.
Tra il 1532 e il 1763 P.U. passa da 26 fuochi a 12 circa,
contandone 32 nel 1545, 42 nel 1561, 31 nel 1595 e nel 1648, nonché 10
nel 1669.
Nel 1571, l’università di "Poyo
d’Umbricchio" ottiene 68 capitoli,
relativi all’amministrazione del castello.
Nel 1674, l’aprile, a P.U. è tenuto in assedio Sante
di Giovanni Lucidi, detto Santuccio di Froscia o Sciarretta.
Nel 1684,
il gennaio 25, i briganti al suo seguito svuotano i granai
dei Castiglione. Il maggio 1, Titta Colranieri, suo compagno
di comitiva, dopo aver resistito all’artiglieria
regia nella rocca di P.U., dal 26 al 30 aprile, abbandona
la terra.
Nel 1768, Francesco Giorni è procuratore
della confraternita del Rosario di P.U.
Nel 1799, l’aprile 2, una banda di briganti uccide il parroco
di P.U.
Dopo il 1813, Poggio Umbricchio entra a far parte del comune
di Crognaleto.
|